INCONTRO DI PASSIONE

Si incontrarono in un bar affollato e, in un istante, restarono come da soli; occhi negli occhi, magneticamente attratti in un’energia densa di trasgressione. Il desiderio, all’improvviso, divenne l’unico brivido in grado di scuotere i loro sensi… lei accavallò le gambe lasciando intravedere il pizzo nero delle calze avvolte sulle cosce morbide e olivastre, mentre dondolava la scarpa con un movimento suadente, su e giù, a risvegliare le fantasie di lui sui loro corpi, immaginati nudi, assecondarsi con un ritmo uguale e contrario, su e giù… su e giù… su e giù. Mentre le sue pupille si dilatavano, la maglia leggera e chiara di lei lasciava intravedere i capezzoli induriti, grandi, scuri. L’eccitazione gli provocava una stretta al basso ventre, guardandole la lingua inumidire le labbra rosse e carnose. La distanza, d’un tratto, si annullò, con un balzo quasi felino in cui la preda vuole essere presa. E bevvero dal medesimo calice, sprofondando l’uno nella bocca dell’altra incrociando le loro lingue. Le mani di lui scivolarono tra le cosce di lei, risalendo le gambe nude sotto la gonna, fino a trovare la fica umida e calda coperta da uno slip di tulle. Un fremito le attraversò il corpo, lui se ne accorse infilò due dita nella vagina bollente e bagnata. Un gemito uscì all’improvviso, tanto che il barista si voltò a guardarli. Impaziente e con una voglia matta di scopare, lei si alzò, andò in bagno girandosi per guardarlo. I suoi fianchi ondeggiavano muovendo le rotondità di un culo perfetto… lui si alzò, la seguì e la raggiunse in bagno. Chiuse la porta e con violenza le sollevò la gonna, lei di spalle contro il muro, la sua coscia avvinghiata ai fianchi di lui. La sua vagina aperta ma coperta dagli slip emanava il profumo selvaggio di una porca in calore. Il cazzo duro e pulsante premeva contro di lei, che gli afferrava il collo mentre lo liberava dai pantaloni prendendolo in mano, un pene grosso, caldo… lui le scostò le mutandine ed entrò di impeto, iniziando a scoparla forte; lei gemeva, ansimava e gli mordeva le labbra, lui spingeva… lei tratteneva la sua voglia di urlare per non farsi scoprire, incurvava la schiena… lui spingeva, ancora e ancora, scopandola sempre più forte. Le sollevò l’altra gamba e tenuta così, a gambe spalancate contro la parete, teneva le sue mani sul suo culo affondando e sussurrando ad ogni colpo, mentre il seno di lei premeva contro il petto di lui, sudato… lei lo baciava e lo implorava di affondare ancora più forte…di sfondarla fino a farle male. Ansimavano entrambi, lei godeva come una matta finché lui non ce la fece più e le sborrò dentro. E poi, fermi così, alcuni istanti, il tempo di far placare i sospiri e che il cuore battesse di nuovo lento e regolare. Lei abbassò una gamba, poi l’altra, si staccò e si ricompose mentre lui la guardava ancora. Bussarono alla porta… si scambiarono un’occhiata ridendo… uscirono dal bagno ed un’anziana signora li guardò senza capire. Tornarono a sedere… lui non riusciva a smettere di guardarla, quando la notò portarsi una mano sul seno e stringere le gambe… come se temesse che il suo seme le colasse tra le cosce.